La parola chiave è “smontare le regole”, le credenze le modalità che la cultura ci ha trasmesso. Questo è il primo approccio dell’artista nel lavoro di ricerca. L’arte può dare una chiave di lettura se vi è uno sguardo libero e depurato da ogni credenza sociale, questo è il pesiero di Candito. Così l’olio si mescola a tutti gli elementi d’acqua che l’artista introduce su una base improbabile come la carta o su uno sfondo nero su tela da quinta teatrale. Su questa base si fanno strada volti che raccontano di vite passate, di storie collegate al nostro quotidiano, di movimenti emozionali che coronano la vita di tutti. L’artista non insegue una bellezza estetica, per Francesca la bellezza c’è già, non va creata. Con l’arte si crea movimento di pensiero, scosse di vibrazioni alte, racconti che parlano attraverso immagini forti che mirano al nostro cuore attraverso gli occhi di entrambi le parti: dello spettatore e del volto dipinto che penetra e guarda in profondità. Per apprezzare il lavoro di Candito è necessario essere disposto a spogliarsi di ogni giudizio, aprire gli occhi e il cuore permetterti di sentire la vibrazione che l’arte porta. Così sarà tutto più semplice, lo spettatore potrà navigare in storie ancestrali nel vortice di nuovi codici che l’arte può portare.