Non troverete me nella mia ricerca artistica, non sono io la protagonista, piuttosto Voi. Io, in un certo senso, mi metto da parte per lasciar spazio alla narrazione delle vite che fermo sulla tela e alle parole che arrivano a sostenere il cammino di chi osservo.
Lo sfondo nero, che spesso si presenta quasi come quinta teatrale delle mie tele, serve per portare chiarezza in una duplice via: ogni pennellata di nero è funzionale per permettermi di entrare in una dimensione vibrante e sottile che mi consente di accedere a storie di uomini e donne e di portare equilibrio al loro passaggio. L’immagine che arriva sulla tela è solo un frame di una scena complessa; è l’immagine di un volto a me sconosciuto che chiama per trovare la via di casa. Lo sfondo nero porta luce, non solo a me, artista, ma risalta la luce di ogni volto che dialoga in questo passaggio sublime. Il nero, l’oscurità, non va combattuto o temuto ma compreso nella sua utilità che è sempre in linea con il nostro personale viaggio di ritrovo attraverso la vita e la morte. Recentemente nella mia ricerca è entrato il ricamo che può essere paragonato alla vita: non se ne comprende il disegno unitario se ci si concentra sul dettaglio ma, allargando lo sguardo, si scorgere il senso di quelle continue curve e strozzature. Osservando dall’alto è possibile godersi il meraviglioso disegno della vita. Oggi mi sono aperta anche all’opera d’arte fatta su misura, sulla persona che chiede di interrogare la memoria antica (l’Akasha) che esiste da quando c’è vita. Dalle domande che pone la persona che desidera ricevere l’opera traggo i messaggi che hanno facoltà di sostenere al meglio il suo cammino e restituisco un’opera d’arte che parla della persona, tra immagini e parole celestiali. Sono io la prima a stupirmi di quello che arriva, dallo sfondo nero fin dentro le trame dei merletti e nella profondità delle parole. Mi stupisco e mi emoziono toccando punte di gioia che le parole fanno fatica a riportare. Mi emoziono di fronte alla saggezza e al grande rispetto che la vita ha per noi. I volti che arrivano mi si presentano piano piano; con le mani è come se li modellassi, non mi sembra nemmeno di dipingere ma semplicemente creo, rimetto alla luce ciò che c’era già ma aveva solo bisogno di ritrovare il suo ordine. Questo è il mio compito.
You won't find me in my artistic research, I'm not the protagonist, rather you. In a certain sense, I put myself aside to make room for the narration of lives that I stop on the canvas and for the words that come to support the path of those who I observe.
The black background, which often appears almost as a theatrical backdrop for my canvases, serves to bring clarity in two ways: every brushstroke of black is functional to allow me to enter a vibrant and subtle dimension that allows me to access stories of men and women and to bring balance to their passage. The image that arrives on the canvas is just a frame of a complex scene; it is the image of a face unknown to me calling to find the way home. The black background brings light, not only to me, the artist, but the light of every face that dialogues in this sublime passage stands out. Black, darkness, should not be fought or feared but understood in its usefulness which is always in line with our personal journey of reunion through life and death. Recently, embroidery has entered my research, which can be compared to life: its unitary design cannot be understood if one concentrates on the detail but, broadening one's gaze, one can perceive the sense of those continuous curves and bottlenecks. Observing from above it is possible to enjoy the wonderful design of life. Today I also opened up to the custom-made artwork, about the person who asks to interrogate the ancient memory (the Akash) that has existed since there has been life. From the questions asked by the person who wishes to receive the work, I draw the messages that can best support his journey and I return a work of art that speaks of the person, between heavenly images and words. I'm the first to be amazed at what comes, from the black background to the textures of the lace and the depth of the words. I am amazed and moved by touching points of joy that words struggle to convey. I am moved by the wisdom and great respect that life has for us. The faces that arrive slowly introduce themselves to me; with my hands it is as if I were modeling them, it doesn't even seem like I am painting but I simply create, I bring to light what was already there but just needed to find its order again. This is my job.
“Le opere di Francesca Candito sono moderne “porte regali”, capaci di veicolare intuizioni provenienti dal mondo eterico e di fissarle in immagini cariche di senso estetico, ricche di messaggi e di raffigurazioni simboliche, laddove il “sẏmbolon”, derivato da “synbàllo” (gr. συμβἀλλω) nel suo significato etimologico, agisce letteralmente per “mettere insieme” significante e significato, immagine e messaggio, contenitore e contenuto, il tutto filtrato dalla visione poetica dell’artista.” Tiziana Marchesi- Critica e Storica dell’Arte
"Francesca Candito's works are modern" royal doors ", capable of conveying insights from the etheric world and fixing them in images full of aesthetic sense, rich in messages and symbolic representations, where the" sẏmbolon ", derived from" synbàllo " (Gr. συμβἀλλω) in its etymological meaning, it literally acts to “put together” signifier and meaning, image and message, container and content, all filtered by the artist's poetic vision." Tiziana Marchesi - Critic and Historian of Art.
fotografie di Daniela Pusset e Deborah Turco
Studio Artistico Via Palazzina 127 37134- Verona - VR- Italy +39 333 9943377